
Un mestiere antico
Quante volte avete sentito nominare questa parola? Ne conoscete davvero il significato? Anche se così non fosse, state tranquilli: non è una precondizione per l’utilizzo di questo utilissimo strumento. Che conosciate o meno la sua traduzione letterale, è probabile che “fare networking” sia per voi un’attività frequente, in ambito professionale e non solo. La creazione di reti di contatti è una prassi esistente da ben prima della recente diffusione del termine inglese. Considerato tipico di alcuni settori e professioni, ultimamente si sta diffondendo sempre più in molti altri contesti, sia lavorativi che geografici. Qui proviamo a dirvi perché secondo noi il networking è indispensabile nel turismo.

L’evoluzione in atto
Il networking – chi lo banalizza pensa si tratti solo di “conoscere gente” – è spesso percepito come marginale se non addirittura malvisto. I trend attuali ci dicono invece che sta ormai acquisendo un ruolo sempre più rilevante nelle strategie aziendali. Per questa ragione il networking sta subendo un processo di professionalizzazione importante, principalmente su tre piani:
- l’individuazione di figure dedicate o incaricate tra le risorse umane dell’azienda
- la definizione di protocolli e prassi di un lavoro che richiede di essere sistematico e organizzato
- il passaggio dalla dinamica bilaterale a quella multilaterale, vale a dire dalla mera raccolta di contatti a beneficio della propria organizzazione alla creazione di reti tra organizzazioni, che possano amplificare i benefici per tutti i soggetti coinvolti
Che c’entra il turismo col networking?
Proviamo a fare un ragionamento partendo dal micro per arrivare al macro. Heart of Sardinia – nella sua triplice forma di app, blog e canali social – è essenzialmente un contenitore. Questo ci impone di intrattenere relazioni solide, continuative, cooperative con tutti coloro che producono contenuti. A seconda delle esigenze, i tipi di soggetti coinvolti possono essere diversi: dagli enti locali agli enti pubblici, dalle strutture ricettive alla ristorazione, dai fornitori di esperienze agli operatori del turismo. Ma la dinamica ha sempre una base certa e incontrovertibile: la conoscenza reciproca. È solo grazie a questo che possono essere vinte le diffidenze, ma soprattutto rese note opportunità di collaborazione e crescita a beneficio di entrambe le parti. Per fare un esempio molto comune, capita spesso che chi ha canali di diffusione ben organizzati, non abbia contenuti di qualità da veicolare. Altrettanto di frequente capita l’inverso.
Conoscersi è la precondizione per poter integrare le proprie attività, secondo la logica win-win a cui siamo tanto affezionati. Nell’ottica del problem-solving, ciò che può mettere in crisi, diventa un’opportunità: questo è uno dei grandi potenziali positivi delle relazioni.
Passiamo al macro: le destinazioni turistiche. Una destinazione è innanzitutto un sistema complesso, formato da una miriade di attori, pubblici e privati. Un’offerta turistica integrata ha effetti in termini di attrattività della destinazione, qualità del servizio e reputazione, apporto economico dei visitatori. Vanno quindi incoraggiati tutti quei processi che favoriscono la cooperazione e l’instaurazione di rapporti di fiducia tra i soggetti coinvolti.
La complessità dell’argomento richiederebbe un approfondimento a parte, avremo modo di affrontarlo in futuro. Tornando a noi, il presupposto necessario per questo tipo di processi è sempre quello: conoscersi! Molti di voi penseranno che si tratti della scoperta dell’acqua calda, ma in Sardegna è tutt’altro che banale parlarne in questi termini.
Un problema, più soluzioni

Se la mancata conoscenza reciproca è il problema, i fattori da cui origina sono essenzialmente due: gli elementi culturali che sottendono alla scarsa propensione al contatto con gli altri, come timidezza e diffidenza; la mancanza di occasioni specificamente dedicate al networking, se non in via incidentale. È spiegato bene nell’articolo precedente:la maggior parte dei contatti si fanno durante gli eventi settoriali, ma questo è esclusivamente demandato alla volontà dei singoli ed avviene spesso in via incidentale. Siamo convinti che ci siano diverse soluzioni, tra queste:
- la creazione di incontri/eventi specificamente dedicati al networking, sia settoriali che trasversali
- progetti di integrazione dell’offerta e animazione territoriale che rimuovano gli ostacoli alla conoscenza tra operatori e incoraggino la cultura della cooperazione
- analisi quantitative e qualitative che possano dimostrare i benefici legati al networking
Per concludere, vogliamo dire che siamo profondamente convinti del fatto che questo tipo di iniziative non sono appannaggio solamente dei soggetti pubblici. Anzi, queste iniziative dovrebbero rientrare nella cosiddetta “responsabilità sociale d’impresa”. Per questa ragione abbiamo deciso di avviare una sperimentazione. Lo abbiamo chiamato “Networking in escursione”, un progetto a cadenza bimestrale che aggrega operatori del turismo e della comunicazione (ma non solo!) conosciuti negli ultimi mesi. L’intento è doppio: approfondire i rapporti bilaterali con HoS, ma soprattutto di farli conoscere tra di loro. Possiamo anche anticiparvi che stiamo ragionando su altri tipi di eventi, che possano aggregare in altre modalità e format i diversi attori del sistema turistico. Vi terremo aggiornati sugli sviluppi!